A Lecce arriva “Il Testamento” di Andrea Appino. Sul palco anche Enzo Moretto

A Lecce arriva “Il Testamento” di Andrea Appino. Sul palco anche Enzo Moretto

Sabato 30 novembre (ore 21.30 – ingresso 3 euro) alle Officine Cantelmo di Lecce parte ufficialmente il progetto BandSurfing, a cura dell’associazione Uasc e vincitore del bando Principi Attivi 2012 – Giovani idee per una Puglia Migliore. La festa di apertura ospiterà Appino, voce e autore degli Zen Circus, che, affiancato da Enzo Moretto (A Toys Orchestra), presenterà i brani de “Il Testamento” uscito pochi mesi fa per La Tempesta/Universal e recente vincitore della Targa Tenco come miglior esordio.

Quattordici canzoni prodotte insieme a Giulio Ragno Favero con tre temi ben precisi: la famiglia, il proprio ego, la schizofrenia. Un disco fortemente voluto da Appino che dice: «E’ la totale liberazione dei miei dolori più profondi, la vera e difficile storia della mia famiglia usata come veicolo per una terapia di gruppo, necessaria e a tratti violenta». A coadiuvare Appino in studio Giulio Ragno Favero al mixer ed al basso e Franz Valente alla batteria, ovvero la base ritmica del Teatro Degli Orrori, oltre al contributo di vari ospiti fra cui Rodrigo d’Erasmo (Afterhours), Marina Rei, Tommaso Novi (I Gatti Mézzi) e molti altri.

Una collaborazione che porta le canzoni in territori oscuri e densi, dove il cantautorato figlio degli anni ’70 di Appino si mescola all’impatto frontale di un rock che dona lucidità e forza maggiore alle sue parole, in merito alle quali dice: «Dentro a questo disco alcuni dei testi più belli che io abbia mai scritto, ne sono sicuro». Infatti Appino ha lavorato alle canzoni di questo disco per molti anni: «Alcune hanno preso forma addirit- tura otto anni fa, le ho tenute da parte per il momento giusto che oggi è arrivato. C’è sicuramente meno ironia di molti dei brani più conosciuti che ho scritto per gli Zen, ma di certo non viene meno quel cinico e ghignante disincanto che nasconde in realtà un amore davvero grande per tutto quello che mi circonda. Con questo lavoro non voglio fare la morale a nessuno – aborro la morale – semplicemente ho aperto una parte di me che ho sempre avuto paura di mostrare e credo vivamente che le paure vadano combattute e vinte, sempre e comunque».