Dal primo atleta in Accademia alla nuova realtà rugbistica: l’Acli Campobasso

Dal primo atleta in Accademia alla nuova realtà  rugbistica: l’Acli Campobasso

Il Molise, una piccola Regione in forte espansione che pian piano sta raccogliendo i frutti di un lavoro ben coordinato tra le varie reltà del territorio. Abbiamo rivolto al Delegato Regionale Carmine Di Iorio, che “guida” il movimento dal settembre 2014, alcune domande.

Serie C2, Coppa Italia Femminile e Giovanili alla base di uno sviluppo rugbistico a 360 gradi. Purtroppo il lavoro è accentrato tutto su Campobasso, cosa serve per ampliare il panorama del rugby molisano e cosa si sta facendo?

Il Molise ha un territorio con dei numeri molto particolari, la regione ha meno di 300.000 abitanti, la maggior parte di questi risiede nella provincia di Campobasso. Nonostante questo, siamo riusciti nella stagione appena conclusa, ad affiliare la prima società ad Isernia ed a tutorare i primi enti scolastici e le prime rappresentative ai campionati studenteschi. Stesso discorso per le realtà del basso Molise, grazie al lavoro dei tecnici provinciali è nata la collaborazione con il liceo sportivo, con il Nautico e presto inizieremo progetti anche in diverse scuole primarie e secodarie di primo grado. L’unica strada percorribile per ampliare il movimento rugbistico passa attraverso le scuole. È li che mandiamo i nostri tecnici più capaci ed i risultati non stentano a venire. L’undici maggio scorso allo stadio di Isernia abbiamo avuto per la prima volta in campo, scuole da tutta la regione a contendersi il titolo di campione regionale ed il passaggio alle fasi nazionali. Dopo la fase dei concentramenti scolasici under 12, l’I. C. Colozza di Campobasso, allenata da tecnici “Hammers” ha partecipato al campionato delle scuole a Fano raccogliendo tanto entusiasmo da parte dei ragazzi che hanno partecipato.

Il Centro Universitario Sportivo dell’Università del Molise era vicino al movimento. Perchè si è sciolto il sodalizio e quali ricadute potrebbe avere sul movimento?

Il CUS si è sciolto, ma ad onor del vero l’intero settore è stato accolto dalla nuova polisportiva nata in città, l’ACLI Campobasso. Il loro è un progetto ambizioso e credo che le ragioni della separazione dal centro universitario siano legate proprio alla maggior possibilità di raggiungere certi traguardi.

Gli Hammers Campobasso, squadra che si occupa esclusivamente dei settori giovanili, ha visto un atleta selezionato dall’Accademia F.I.R. di Benevento. Questo  significa che il movimento cresce anche in qualità, quali sono invece i numeri e a cosa puntate?

Sembra inutile dire che la convocazione di Antonello Valente riempie d’orgoglio tutti gli addetti ai lavori, il ragazzo merita a pieno questa possibilità, ha sempre mostrato grande passione per il rugby da quando ha iniziato con me nei progetti scolastici fino alle selezioni under 14 e under 16 con i pari età della zona di Benevento. Nella sua esperienza con gli Hammers Campobasso è stato molto seguito, i tecnici che lo hanno avuto, Mincione e Sommella, hanno sempre spronato il ragazzo al massimo impegno e Antonello ha sempre ripagato l’interesse su di lui diventando anche un esempio da seguire per i suoi compagni. Credo che questa sarà solo la prima delle convocazioni, alla quale potranno seguirne altre, perchè sono molti i ragazzi con qualità che stanno mostrando un impegno serio, e soprattutto sacrificio, infatti agli allenamenti a Campobasso vanno sommati gli impegni con le rappresentative zonali divisi tra S. Martino Sannita e Benevento.
Per quanto riguarda i numeri, si sta osservando una crescita graduale nelle diverse categorie, ovviamente tutti i nostri sforzi sono orientati all’aumento del numero di tesserati, ma non stiamo cercando “grandi impennate”, al contrario vorremmo che la nostra disciplina si estendesse sul tutto il territorio soprattutto come cultura sportiva nuova, raggiungendo famiglie che magari possano aver diffidato da uno sport ancora poco conosciuto o legato all’immagine distorta di grosse fisicità o forti impatti. Vogliamo infatti farlo conoscere ai genitori, alle mamme soprattutto, sicuri che una volta compreso lo spirito del gioco, quest’ultime diventino le prime sostenitrici dei loro figli, sposando l’etica del rugby, i rituali più profondi, la cultura del terzo tempo.

L’ACLI Campobasso parteciperà con una propria squadra alla Coppa Italia a sette Femminile. Quali sono per voi gli obiettivi da raggiungere in questa categoria?

Come anticipato, anche le Ladies, guidate da Coach Cerull, continueranno la loro crescita nell’Acli Campobasso. Da questo gruppo di ragazze ci si aspetta molto. La stagione scorsa le ha viste scendere in campo alla maggior parte dei concentramenti e si sono distinte egregiamente. Obiettivo di questa stagione sarà l’attività di propaganda rivolta alle ragazze, ci sono diversi istituti che hanno già richiesto l’intervento di tecnici nelle ore di ed. fisica proprio per le classi con più ragazze, puntando sia ad una formazione under 14 che under 16. In questo modo potranno avvicinarsi sempre più giovani al gruppo e credo che a tal merito la dimensione della Coppa Italia sia la più adatta alla nostra realtà, infatti il gioco a sette in campo ristretto facilita il gioco non richiedendo da subito grossa specializzazione.

Una disciplina molte volte trascurata è il Seven Olimpico, cosa farà la Delegazione Molise in questo senso? Un campionato Seven ben articolato, potrebbe essere utile ad invogliare piccoli gruppi/squadre a crescere?

A livello studentesco ci stiamo muovendo proprio attraverso il Seven, anche grazie ai suoi numeri abbordabili da più scuole. Il gioco con aggruppamenti più veloci è così più comprensibile da parte dei ragazzi che iniziano a giocare per la prima volta. Da parte nostra la volontà c’è, anche con le formazioni che giocano a 15, abbiamo partecipato e parteciperemo a tornei seven, in modo da invogliare le realtà ancora in sviluppo a scendere in campo da subito.

Una piaga per il Sud Italia è la carenza di campi da gioco e infrastrutture dedicate al Rugby, com’è la situazione in Molise?

La situazione è difficile, e i sacrifici per fare rugby in Molise sono immani in merito. Noi però non ci diamo mai per vinti, ad oggi sono tre i campi omologati per la seniores, due ad uso promiscuo con il calcio, “Le piane” di Isernia e l’Antistadio Acli di Campobasso, e infine l’ex-Romagnoli di Campobasso, in concessione agli Hammers, e quindi ad uso solo del rugby, ma è una struttura con carenze gravi, non presenta più gli impianti d’illuminazione, non ha né spogliatoi né bagni propri (bisogna attraversare la strada per raggiungere la palestra di una scuola ecc.). Per fortuna la volontà dell’amministrazione del capoluogo è quella di fornire un impianto riservato a noi al più presto, ma ad oggi la situazione resta ancora questa.