Le Aquile tornano a volare

Le Aquile tornano a volare

A ruota libera con Attilio D’Asdia, allenatore delle Aquile del Tirreno.

Da dove nascono le Aquile?

Qualche anno fa le realta’ rugbistiche di due citta’ confinanti, Barcellona e Milazzo, decisero di intraprendere un cammino comune. Il Milazzo, dopo diversi anni di miltanza in serie B, alcuni anche nei quartieri alti della classifica, aveva ridimensionato i propri programmi e il Barcellona desiderava spiccare il volo e scalare le classifiche della serie C: nacque cosi’ il c.d. Barcellazzo, le Aquile del Tirreno.

Per alcuni anni la sinergia funziono’ perfettamente e la squadra otteneva risultati incoraggianti in tutte le categorie, dalla senior alle giovanili, nonostante l’ annoso problema che accomuna la stragrande maggioranza delle squadre sicilane, quello dell’impianto. Dopo anni di battaglie arriva da parte dell’amministrazione comunale la concessione del campo, il “Fossazzo”, e a quel punto tutti si aspettavano che cio’ desse una marcia in piu’ alla squadra, cosa che, sorprendentemente, non avvenne.

Cosa accade invece?

Accade che, soprattutto nella stagione 2014/2015, inizia una specie di diaspora; molti giocatori della prima squadra si allontanano, e cosi’ pure tanti sostenitori, mettendo a rischio progetti e aspettative che negli anni precedenti avevano coinvolto un gran numero di persone. Alla fine del campionato scorso, conclusosi con la retrocessione in serie C2, sembrava che si fosse arrivati al capolinea e invece….

Inizia la riscossa?

Succede che da un incontro casuale tra me e un altro ex rugbista, Natale Tricamo, avvenuto in un contesto dove solitamente si discute di calcio, cioe’ il barbiere, nasce un’ idea, quella di riportare al campo tutti coloro che si erano allontanati per i piu’ svariati motivi.

Ci rimbocchiamo le maniche e iniziamo una azione su piu’ fronti. Natale, da buon presidente, attiva tutte le sue conoscenze derivanti dalla sua attivita’ di pubblicitario, riuscendo a coinvolgere nel progetto di rinascita alcuni sponsor; io, insieme ad altri, inizio a contattare tutti coloro, giocatori, tecnici o semplici sostenitori, che si erano allontanati per divergenze con la passata gestione, che definire “poco avveduta” e’…generoso. La risposta, per fortuna, e’ stata positiva e ci siamo presentati ai nastri di partenza con tanto entusiasmo, ma anche con tante cose da “sistemare”

Cosa intendi dire?

Ricostruire una squadra, come stiamo facendo, significa riuscire a far condividere a un gruppo idee e regole. Io ho sempre creduto nel lavoro al campo, durante gli allenamenti, che qualcuno lo scorso anno pensava invece fossero facoltativi, ma anche nella funzione educativa del rugby, e quindi pretendo che si abbia una grande attenzione anche a come ci si comporta in campo.

Comunque con “sistemare” intendevo anche riferirmi alla gran mole di lavoro da svolgere. Tieni conto che partecipiamo a tutte le categorie giovanili, dall’under 6 all’under 18, ed e’ un impegno enorme in termini organizzativi e di risorse, sia economiche che umane. A completare il quadro l’attivita’ seniores: il campionato di C2 e’ di ottimo livello, ci sono avversarie agguerritissime, che stanno dimostrando, domenica dopo domenica, di avere le carte in regola per ottenere la promozione, che e’ il nostro obiettivo, lo dico senza nascondermi dietro un dito.

Sappiamo che non sara’ facile, ma io, nonostante la mia non piu’ giovanissima eta’, amo le sfide e questa l’ ho raccolta al volo, senza pensarci due volte. Sono fiducioso, per cui lavoreremo duramente per cercere di raggiungere questo primo traguardo e poi…beh, poi si vedra’.