Salvo Pezzano: ritorno al futuro

Salvo Pezzano: ritorno al futuro

Per Salvo Pezzano la stagione 2015/2016 appena conclusasi sembra essere stata caratterizzata dalla preposizione “Ex” : lo diciamo sorridendo, seduti uno di fronte all’altro in un caldissimo pomeriggio d’Agosto, ma tra una battuta e l’altra decidiamo di prendere spunto da tale premessa.

“La stagione inizia con i primi “saluti”: dando seguito a un consiglio di Carlo Checchinato, Responsabile dell’Alto Livello e, quindi, mio diretto Responsabile in quanto Manager dell’Accademia Siculo – Calabra, decido di dimettermi dal ruolo di allenatore dell’under 18 del Cus Catania, squadra che disputa da tre anni ormai il Campionato Nazionale nel girone Elite. Il “consiglio” pare (e sottolineo pare) avesse origine dalle pressioni di alcune società siciliane, secondo le quali la mia presenza alla guida della squadra era decisiva per i risultati positivi della stessa e contrastava con la mia posizione di Manager dell’Accademia. Premetto che attribuire ad un allenatore il merito dei successi di un team mortifica, a mio avviso, il contributo dei veri protagonisti, che restano sempre e comunque i giocatori.

Scelta “difficile”….

Difficilissima, più umanamente che professionalmente. L’idea di non poter più seguire un gruppo che era cresciuto negli anni insieme a me mi ha provato fortemente. Non ti nego che trovo che le pressioni fatte in federazione perché io abbandonassi il mio ruolo le giudico un atto di grande cattiveria, in primis nei confronti dei ragazzi. Ragazzi che, non dimentichiamolo, disputando un campionato di alto livello costituiscono un patrimonio rugbistico di tutto il movimento siciliano, cosa che non tutti, se non a parole, riescono a capire e sostenere.

La certezza di lasciare i ragazzi nelle mani di Giuseppe Costantino, membro dello Staff tecnico dell’Accademia locale e, attualmente, uno dei migliori tecnici in assoluto sul territorio italiano, mi ha aiutato e non poco nel mandare giù questa pillola..

A distanza di un anno, però, mi ritrovo ex Manager dell’Accademia e nuovamente allenatore dell’under 18, insieme a Giuseppe che ha svolto un lavoro eccezionale. Non dimentichiamoci che quest’anno la nostra under 18, pur essendo la più giovane di tutto il torneo, ha sfiorato, per il terzo anno consecutivo, l’accesso alla fase finale per l’assegnazione del titolo di Campione d’Italia, a testimonianza del fatto che le obiezioni nei miei confronti erano pretestuose e non attinenti alla realtà.

 Ma nel periodo che intercorre tra “ex allenatore” ed “ex manager” ci sono altri due “ex” di grande importanza, strettamente interconnessi l’uno con l’altro, ex Consigliere….

…ed ex Vice Presidente del Comitato…. Quando ho annunciato le mie dimissioni tutti erano in attesa di un comunicato ufficiale nel quale dessi conto delle motivazioni della mia scelta. Comunicato che, come ben sai, non ha mia visto la luce. E non l’ha vista, si badi bene, non per motivi di “segretezza”, ma semplicemente perché le dimissioni dalla carica di Consigliere e dal ruolo di Vice Presidente del Comitato sono state un momento di forte critica nei confronti del mio operato.

Mi aiuti a capire meglio….

E’ semplice: in fase di candidatura io e Arancio avevamo ragionato attorno a delle azioni da intraprendere per lo sviluppo di un movimento siciliano che, tutto sommato, in quel momento storico era in condizioni abbastanza buone, con un trend di crescita interessante, frutto anche, e soprattutto, dell’ottimo lavoro svolto dall’allora tecnico Regionale, Tito Cicciò, e dal suo staff.

Constatato che, a tre anni di distanza, non solo di quelle azioni non si è vista traccia, ma che la litigiosità tra le società è arrivata alle stelle, ho concluso che sarebbe stato più coerente dimettermi, visto che la mia presenza nella squadra del Comitato non era stata in grado di correggere il tiro di alcune “linee guida” sulle quali non mi trovavo e non mi trovo d’accordo

Ad esempio?

Ad esempio la tendenza a sminuire e svilire l’operato di quelle società che, con efficace programmazione, svolgono la propria attività senza chiedere “deroghe” o favori, alla quale corrisponde un atteggiamento benevolo verso altre che tra mille problemi organizzativi si trovano, spesso e volentieri , a scontrarsi con regole e vincoli. Regole e vincoli che, facciamo bene attenzione, esistono per lo sviluppo del rugby: pertanto una azione corretta sarebbe quella di supportarli a livello organizzativo, in modo da non procrastinare nel tempo i vari problemi evidenziati.

Faccio un esempio lampante: a voler usare un eufemismo, possiamo dire che la norma federale relativa all’organizzazione dei concentramenti under 14 è stata interpretata in modo eccessivamente personale da chi, collaborando col Comitato, se ne e’ occupato. Il risultato, visibile a tutti, è che di alcuni concentramenti si è avuta notizia solo dopo il loro svolgimento, di altri è stata resa nota la data solo il giorno prima e mi fermo qui anche se potrei continuare a lungo.

E se cambiamo categoria troviamo lo stesso andazzo: non ho memoria di due concentramenti under 10 e under 12 che si siano svolti con le medesime regole in merito a misure del campo, tempo di gioco e numero di giocatori: questo significa aver fallito l’obiettivo del rugby di base- Significa che all’interno delle scuole non si è svolta quella attività che invece, secondo le statistiche, avremmo dovuto svolgere.

Campionato under 16 ? Mai viste tante partite rinviate come quest’anno…

Under 18 regionale? A fine campionato ancora non riesco a capire secondo quale logica si siano determinati i gironi. Ci sono squadre che hanno dovuto affrontare trasferte pluri – chilometriche senza usufruire ne’ della possibilità di viaggiare con la senior né di fantomatici contributi alle spese. Se qualcuno è in grado di spiegarmelo sarà ben lieto di ascoltarlo.

Sarebbe stato il caso di recepire le indicazioni del tecnico regionale per una migliore organizzazione dei campionati giovanili, in maniera tale da poter offrire ai nostri giovani migliori opportunità di crescita.

Insomma una situazione gestionale che non mi appartiene. Una tendenza del nostro Presidente Arancio ad utilizzare la visibilità mediatica come mezzo per governare, alla quale io avrei preferito una azione sul territorio magari più nascosta, ma più incisiva e, soprattutto, rivolta alla collettività del movimento e non ai soliti soggetti. Ripeto: non mi sento partecipe dell’azione di chi sta mortificando il rugby siciliano.

La tua candidatura alle elezioni federali con lo schieramento Pronti al Cambiamento, che fa capo a Marzio Innocenti, nasce da queste valutazioni?

Sicuramente si: devo dire che mi ritrovo molto nelle linee programmatiche di questo schieramento. Se in passato non ho potuto esprimere la mia posizione critica in merito ad alcune questioni, in quanto il vincolo contrattuale con la Federazione me lo impediva, oggi ti dico che l’utilizzo delle statistiche, dietro le quali si trincerano Gavazzi e il suo schieramento, ci da un quadro falsato della realtà.

Quello che mi piace del programma di Innocenti è che, finalmente, l’atleta, il giovane che gioca a rugby, diventa non più “il mezzo” per raggiungere scopi politici, ma il fine dell’operato della federazione. Non dimentichiamoci che una federazione sportiva è una impresa etica e come tale deve operare a tutti i livelli.

Gli atleti sono il nostro patrimonio, devono essere loro i protagonisti delle azioni dei dirigenti, degli educatori e degli allenatori. Noi siamo un movimento abbastanza ricco, ma fragile: se non correggiamo il tiro rischiamo di perdere quanto abbiamo al momento.

Sbaglio o Innocenti è parzialmente in disaccordo con la politica di sviluppo che passa attraverso le Accademie, delle quali invece tu sei un sostenitore?

Non sbagli e ti dirò di più: mi voglio prendere il merito del “parzialmente”, perché dopo una serie di confronti la posizione di opposizione si è ammorbidita e a buona ragione. Le Accademie non vanno bene “dappertutto”: in Veneto non hanno tanto senso, ma ci sono realtà nelle quali risultano essenziali e trainanti. In Sicilia l’Accademia ha rappresentato un baluardo del rugby di alto livello, in un momento in cui non ci sono più quelle società che possano offrirlo. Il San Gregorio è sparito dal rugby seniores, l’Amatori Catania combatte tra mille problemi, altre squadre per disputare un torneo di serie B acquistano 15 giocatori, alcuni addirittura di altre federazioni. Quindi la presenza nella nostra regione di una struttura come l’Accademia ha effetti assolutamente benefici sul movimento.

Mi auguro che l’esito delle elezioni possa essere positivo, anche perché mi piacerebbe dimostrare coi fatti che un Consigliere siciliano può fare tanto per il nostro movimento, se solo si rimboccasse le maniche e operasse sul serio per il bene della nostra regione e del rugby italiano.

Umberto Bonaccorsi